
Negli ultimi anni, stiamo assistendo a un sempre più evidente fenomeno di polarizzazione dei dibattiti, che si tratti di economia, politica, ambiente o, più nello specifico, di questioni legate al turismo.
La qualità sull'altare della quantità:
È innegabile che, se da un lato la rapidità con cui circolano le informazioni amplia le opportunità di dialogo, dall’altro sembra che stiamo progressivamente perdendo di vista il vero scopo della comunicazione: costruire relazioni solide e durature.
In questo scenario, due concetti spiccano per la loro importanza nel “disturbare” il confronto:
- la fallacia ad hominem
- l’Effetto “Horns”
La comprensione di questi meccanismi, unita all’idea di “sostenibilità della comunicazione”, può aiutarci a costruire un approccio più consapevole e aperto, specialmente quando si parla di temi così delicati e complessi come il turismo.
"Turismo che, come chi mi segue e legge da tempo avrà già notato, oggi più che mai è profondamente intrecciato a fattori economici, sociali e, soprattutto, ambientali."
La fallacia ad hominem: quando chi parla conta più di cosa dice:
“Ti reputo incompetente, quindi la tua idea è sbagliata”
Questa è la classica affermazione che incarna la fallacia ad hominem, un errore di ragionamento che consiste nel giudicare un argomento in base a chi lo propone, anziché basarsi sul contenuto o sulla validità dell’idea stessa.
In un confronto più o meno acceso, è fin troppo facile cadere nell’ad hominem:
- Per scarso controllo emotivo: ci sentiamo attaccati personalmente e rispondiamo con accuse personali anziché con argomentazioni.
- Per pigrizia intellettuale: risulta meno impegnativo squalificare la persona che discute con noi, piuttosto che analizzare la sua tesi nel merito.
Un esempio tipico nel settore del turismo potrebbe essere quando si liquida l’opinione di un esperto, magari sostenendo che “non ha mai lavorato sul campo, quindi non capisce nulla”, senza entrare realmente nel merito di ciò che dice.
L’Effetto “Horns”: un tratto negativo oscura tutto il resto:
Se la fallacia ad hominem si concentra sull’attacco alla persona, l’Effetto “Horns” agisce invece come una sorta di “lente distorcente” a senso unico:
- Basta un tratto, un’affermazione o un comportamento che non ci piace, e tutto ciò che la persona dice o fa viene bollato in modo negativo.
Nel contesto del turismo, è facile incontrare questo fenomeno.
Pensiamo a un amministratore pubblico che fa un’affermazione controversa su un progetto di riqualificazione urbana in una zona che ambisce a diventare turistica: se non condividiamo la sua idea, potremmo essere portati a giudicare male qualsiasi altra proposta dello stesso soggetto o gruppo appartenente, anche quando potrebbe essere in realtà valida o innovativa.
Sostenibilità della comunicazione:
Quando si sente parlare di “sostenibilità” nel turismo, di solito il pensiero va subito all’aspetto ambientale: ridurre l’impatto ecologico, promuovere un turismo responsabile, valorizzare il territorio in modo etico. Ad ogni modo - scusate se mi ripeto ancora e ancora - la sostenibilità non riguarda soltanto la natura, ma abbraccia anche la dimensione economica, sociale e, soprattutto, culturale.
In questo senso, voglio introdurre il concetto di sostenibilità della comunicazione: una forma di dialogo e confronto che tenga conto delle esigenze di chiarezza, rispetto e apertura mentale.
Come nelle scienze del turismo, dove si analizzano molteplici variabili, così nella comunicazione è indispensabile adottare un approccio olistico e inclusivo.
Che cosa significa comunicare in modo sostenibile?
Riassunto in 5 rapidi punti:
- Essere trasparenti
Fornire dati, fonti, ricerche e informazioni verificabili, evitando slogan fuorvianti o semplificazioni eccessive. - Evitare etichette e pregiudizi
Difendersi dalla tendenza a squalificare chi parla (fallacia ad hominem) o a scartare in blocco ciò che dice (Effetto “Horns”), concentrandosi invece sulla sostanza delle idee. - Favorire il dialogo costruttivo
Una buona comunicazione non è una gara a chi ha ragione, ma un modo per costruire insieme soluzioni concrete e promuovere la comprensione reciproca. - Mettere da parte l’ego
Evitare che la discussione si trasformi in un esercizio di narcisismo. Al contrario, riconoscere il valore delle idee e del lavoro altrui, dimostrando sincero apprezzamento quando è dovuto. Nessuno possiede realmente da solo tutte le soluzioni, ma ognuno può offrire contributi preziosi nell’interesse comune. - Incoraggiare il confronto e la cooperazione
Invitare l’interlocutore a partecipare attivamente, condividere prospettive e fornire feedback. In questo modo si crea un ambiente inclusivo, dove tutti sono invogliati a dare il meglio e a proporre soluzioni creative.
In breve:
La fallacia ad hominem e l’Effetto “Horns” sono due facce di una stessa medaglia: rappresentano la tendenza a giudicare con superficialità, lasciandosi influenzare da fattori che hanno poco a che fare con la sostanza delle idee in gioco.
In un settore come quello del turismo – che coniuga esigenze economiche, sociali e ambientali – saper dialogare in modo sostenibile è forse la prima forma di vera responsabilità: verso il territorio, verso le persone che lo abitano e verso le generazioni future che lo visiteranno.
Essere capaci di mettere in pratica una comunicazione aperta, informata, rispettosa e orientata alle soluzioni diventa quindi un pilastro fondamentale per affrontare le sfide del nostro tempo.
Il successo di ogni progetto turistico passa innanzitutto da una comunicazione “pulita” e costruita sul confronto onesto.
Perché la sostenibilità, prima di tutto, è un modo di pensare e di relazionarci con il mondo, e la comunicazione ne è la linfa vitale.
@Articolo di Valentino Cocco
Approfondimento:
Se il tema della buona comunicazione e del suo impatto sul turismo ti ha incuriosito, lo approfondisco nel mio libro Il ricatto del turismo autentico.
Nel volume analizzo come la qualità del dialogo tra viaggiatori, host e comunità locali possa determinare il successo o il fallimento dell’esperienza turistica.
Una comunicazione inefficace o frammentata non solo ostacola la comprensione reciproca, ma può compromettere la sostenibilità stessa del turismo, generando conflitti e malintesi tra gli attori coinvolti.
Attraverso un’analisi del concetto di autenticità, esploro come una comunicazione più chiara, aperta e orientata al dialogo possa favorire un turismo più equilibrato e rispettoso. Propongo strumenti concreti per migliorare il confronto tra operatori turistici, amministratori e viaggiatori, offrendo spunti pratici per superare barriere comunicative e creare un ecosistema turistico più consapevole e collaborativo.
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