
La fatica di rendere accessibile un'eccellenza: il caso di Musei e dei suoi famosi ceci
Oltre le strategie di marketing tradizionali
Nel dibattito sul turismo italiano, spesso ci concentriamo su strategie di promozione, campagne social e influencer. Tuttavia, l'esperienza di piccole realtà locali ci mostra come questi approcci possano essere insufficienti senza un adeguato supporto infrastrutturale.
Il caso del paese Musei in Sardegna
L'anno scorso, sono stato invitato a una festa paesana nel comune di Musei, un piccolo paese della Sardegna, dall'associazione APR - Rete Donne Musei per esporre alcune delle mie fotografie. In quell'occasione, ho scoperto la straordinaria storia del cece locale, un prodotto unico con radici profonde nella tradizione agricola della zona. Gli abitanti ne parlavano giustamente con orgoglio, raccontandomi di come sperano che questo legume possa contribuire a rendere il loro territorio più attraente per i turisti.
E chi sono io per dire che si sbagliano?
Tuttavia, per quanto questo prodotto sia unico, mi trovo costretto, come spesso accade, a interpretare il ruolo del realista, quello che spezza i sogni, e ad affrontare i fatti.
Nonostante l'elevato valore del suo patrimonio enogastronomico, rappresentato dallo straordinario cece locale e dalla sua affascinante storia, nonché la presenza di altre risorse con potenziale interesse turistico, Musei continuerà a registrare un flusso turistico molto limitato, prevalentemente confinato a visitatori provenienti dalle zone limitrofe.
Il motivo principale?
L'inadeguatezza infrastrutturale della destinazione in relazione alle attuali tendenze della domanda turistica. Questa situazione non è esclusiva di Musei, sia chiaro, ma riflette un problema più ampio che molte località italiane meno conosciute si trovano a fronteggiare.
Queste località, pur avendo prodotti di eccellenza, tradizioni ricche e paesaggi mozzafiato, lottano per attirare visitatori a causa di collegamenti inefficienti o inesistenti. Questo ci porta a una riflessione importante:
prima di focalizzarci sulla promozione dei prodotti locali come leva per il turismo enogastronomico nelle loro zone di produzione, è prioritario potenziare le infrastrutture di trasporto per migliorare l'accessibilità di queste destinazioni.
Il potenziale della bellezza accessibile
L'Italia è riconosciuta a livello globale come un museo a cielo aperto, un paradiso gastronomico e un concentrato di cultura senza pari. Tuttavia, questo straordinario patrimonio potrebbe essere ulteriormente valorizzato se reso più accessibile attraverso collegamenti efficienti in tutto il paese.
Considerando che la durata media oggi di una vacanza si è ridotta a circa cinque giorni, con una crescente preferenza per soggiorni brevi di 48 ore, è fondamentale facilitare l'accesso a tutte le destinazioni. Garantire un facile raggiungimento di località remote o meno conosciute può incentivare i turisti a esplorare la varietà e la ricchezza del nostro territorio.
Nessun turista desidera sprecare le poche ore a disposizione per la vacanza in estenuanti viaggi in auto, o peggio, aspettando un treno nella stazione più vicina e successivamente un pullman che, dopo ore, lo porterà finalmente a destinazione. Tutto questo per un'esperienza, come assaggiare il cece più buono d'Italia, che rischia di non giustificare il tempo impiegato per raggiungerla.
Bilanciare turismo e accessibilità
Come dico nel mio libro "Il ricatto del turismo autentico", l'aspetto più paradossale del nostro Bel Paese è l'attenzione selettiva che riserviamo solo ad alcune zone, mentre altre vengono sistematicamente ignorate. Questo atteggiamento si riflette chiaramente nelle destinazioni che soffrono di overtourism, solitamente quelle meglio servite dai collegamenti. Città come Venezia, Firenze, le Cinque Terre e poche altre, facilmente accessibili da ogni angolo del mondo, continuano a beneficiare di investimenti significativi in infrastrutture e collegamenti, nonostante siano già sovraccariche e potrebbero sostenersi senza ulteriori risorse.
Nel frattempo, ampie porzioni del territorio nazionale, ugualmente ricche di potenziale, rimangono poco esplorate a causa di collegamenti inadeguati o nulli, che sembrano ricevere scarsa attenzione nelle politiche nazionali, al di là della consueta retorica.
I benefici di una strategia inclusiva
Si parla inoltre fin troppo spesso di giovani che emigrano e città che si svuotano, e nell'affannosa ricerca di cause e soluzioni, si trascura l'importanza della mobilità come fattore chiave per la qualità della vita. Il potenziamento delle infrastrutture è cruciale non solo per il turismo, ma anche per il futuro delle aree interne, spesso ignorate e a rischio spopolamento. E benché possa sembrare un'ovvietà, va ribadito: creare collegamenti in zone isolate genererebbe nuove opportunità economiche e culturali, attirando investimenti in territori dal potenziale inespresso. Una strategia di miglioramento della connettività potrebbe rivitalizzare le economie locali, creare occupazione e trasformare queste aree da luoghi di partenza a destinazioni d'arrivo. Ciò valorizzerebbe zone meno note, rivelando tesori nascosti del nostro patrimonio, attualmente relegati a un ruolo marginale rispetto agli investimenti concentrati su poche aree consolidate del Paese.
Un approccio integrato per il futuro
Fatico ad accettare come nel nostro paese, ci si ostini a navigare nelle acque superficiali delle frasi fatte e delle soluzioni rapide.
Dove sono finiti il pensiero critico e la pianificazione oculata nel settore turistico?
Sì, le campagne di promozione hanno il loro posto, ma mi chiedo: come possiamo essere così miopi da non vedere che, senza un'infrastruttura robusta alle spalle, stiamo essenzialmente gettando denaro al vento?
Non è sufficiente gridare al mondo che esistiamo; dobbiamo assicurarci che chi risponde alla nostra chiamata possa effettivamente raggiungerci. Altrimenti, rimaniamo solo belle immagini sui social, buone per qualche like e poco più, che ci è costata nel suo complesso milionate di euro in campagne social.
Migliorare i collegamenti tra i grandi centri è lodevole, ma è una goccia nell'oceano. Ciò di cui il nostro paese ha disperatamente bisogno è una rete di trasporti che si ramifichi fino agli angoli più remoti e meno noti. Questo non è un lusso, è una necessità vitale - l'ossigeno che permetterà al turismo italiano, ( non solo di alcune regioni) di fiorire veramente, portando benefici tangibili all'economia nazionale e distribuendo equamente opportunità in tutto il paese.
Musei e i suoi pregiati ceci meritano collegamenti adeguati, non solo hashtag.
Approfondimento:
Se le riflessioni sul caso di Musei, i suoi pregiati ceci e le sfide legate alle infrastrutture ti hanno colpito, potresti trovare illuminante il mio libro "Il ricatto del turismo autentico". In quest'opera esploro come l'ossessione per un'autenticità idealizzata possa frenare l'innovazione e lo sviluppo infrastrutturale necessari per località come Musei. Analizzo come il concetto di autenticità influenzi le strategie di promozione turistica e come, senza adeguati collegamenti, anche le eccellenze locali rischino di rimanere isolate. Il libro offre spunti preziosi per operatori del turismo, amministratori locali e viaggiatori consapevoli che desiderano comprendere come il turismo responsabile possa contribuire a valorizzare realtà come Musei. Bilanciando la preservazione del patrimonio culturale con l'investimento in infrastrutture che connettono le persone, possiamo trasformare tesori nascosti in destinazioni accessibili e vivaci.
@Articolo di Valentino Cocco
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